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Le nuove frontiere dell’Influencer Marketing

L’ascesa dei nano influencer: perché e quando privilegiarli.

Il mondo dell’influencer marketing è stato oggetto di un attento esame nel corso degli ultimi anni, con una serie di dubbi emersi sulla fiducia, sulla trasparenza e sull’autenticità dei brand e degli influencer stessi. I consumatori sono ormai diventati più selettivi, competenti e scettici, mentre sono sorte a livello globale regole molto più rigorose sulla disciplina della pubblicità e dei social media influencer. I brand hanno iniziato così a riconsiderare le proprie strategie di identificazione degli influencer sul web.

Dalle celebrities alle “persone comuni”

Si tratta di un cambiamento che vede il passaggio dalle vere e proprie celebrities, agli influencer, fino alle persone – più che personaggi – che offrono valore e sono riconosciute in contesti comunitari e più di nicchia. Proprio per il loro valore, la fiducia e l’autenticità di “persone comuni” che offrono, riescono a comunicare efficacemente con i propri follower e a risultare convincenti nell’indirizzarli in determinate scelte e preferenze, di acquisto e non solo.

Più capaci di coinvolgere e di generare fiducia attraverso un legame autentico, spontaneo e un mondo di valori realmente condiviso, quello dei “piccoli” influencer rappresenta forse la parte più vera ma anche più efficace dell’influencer marketing, che attrae i brand per numerosi aspetti.

 

Chi sono i nano influencer?

Molto attivi sui social, in particolare su Instagram, YouTube e Facebook, i nano influencer, che hanno dai 1.000 ai 10.000 follower, sono prevalentemente specializzati in tematiche di nicchia e dedicano contenuti selezionati a audience molto verticali. Per questo diventano sempre più partecipi della creatività e della strategia promozionale di un brand in quanto loro stessi per primi ne sono fruitori e destinatari, oltre che produttori di contenuto.

Risultano così degni di fiducia e più capaci di coinvolgere, a detta del loro stesso pubblico, facendo sentire chi li segue affini per caratteristiche e stili di vita. Diversamente dai macro e mega influencer, creano rapporti stretti con i propri follower con cui spicca una elevata interazione (che va al di là di like e condivisioni) fino ad arrivare a essere considerati degli amici, degli esempi a cui ispirarsi, soprattutto se dimostrano di essere esperti di un determinato argomento.

Data la predilezione alla condivisione di ciò che amano, diventano così sostenitori attivi di determinati brand, attraverso suggerimenti di prodotti e servizi per la propria community.

I micro e nano influencer hanno spesso una forte identità della marca che diventa parte della propria vita. La creatività messa in essere nei post è perciò reale e credibile, spesso più delle linee guida fornite dagli esperti di marketing. Influenzano così anche le scelte di acquisto dei loro follower che le aziende traducono in tassi di conversione. Consentire ai micro e nano influencer di avere libertà creativa, nel rispetto dei valori del brand e degli obiettivi della campagna, non solo rafforza la relazione di una marca con l’influencer, ma porta anche a contenuti di qualità che risuonano ancora di più con il pubblico e portano a risultati migliori.

Quando coinvolgere i nano influencer?

Quando si vuole coltivare una relazione di qualità, basata sulla fiducia, e un legame stabile con la base della propria brand community una strategia di comunicazione che coinvolga nano e micro influencer è vincente. Se l’obiettivo è invece di aumentare la brand awareness o fare un lancio di prodotto, è allora utile considerare testimonial dai numeri più importanti (come i macro e i mega influencer). I “big” continuano infatti ad avere un grande seguito ovviamente, ma oggi anche un forte potere sociale, più che commerciale. Basti pensare ad esempio a Chiara Ferragni, considerata da molti costruita e non “vera” nella sua comunicazione, che è riuscita a superare 4,5 milioni di euro nella raccolta per la costruzione della terapia intensiva per l’Ospedale San Raffaele di Milano, dimostrando come i suoi follower, e non solo, le riconoscono un ruolo non esclusivamente commerciale o pubblicitario, ma anche sociale e umanitario.

Nano influencer: qualità vs quantità

L’Influencer Marketing è quindi parte integrante delle strategie di comunicazione aziendale e di social media marketing, il mezzo ideale per aumentare la propria visibilità e consolidare la reputazione attraverso non più solo “personaggi” ma “persone” ritenute fonti autorevoli e competenti in un determinato ambito, e per questo capaci di influenzarne gusti, comportamenti e decisioni d’acquisto.

Adottare una “nano strategy” all’interno del proprio piano di digital pr significa dare priorità alla qualità anziché alla quantità, ritornando al concetto originario di influencer, dove non è più indispensabile vantare migliaia di follower, ma essere capaci di instaurare un rapporto vero, di fiducia e credibilità con gli stessi.

 

Articolo di Silvia Asperges

 

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