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WEBBOH, IL NUOVO MODO DI COMUNICARE CON LA GEN Z

Nato da un’idea di tre giovani ragazzi durante la pandemia, Webboh è diventato in pochissimo tempo la fonte di informazione principale della Generazione Z

Il rapporto dei giovani con il mondo dell’informazione è un tema che certamente ha provocato dei notevoli cambiamenti negli ultimi decenni. L’intrecciarsi dell’evoluzione di Internet nella forma di piattaforme “social” e di strumenti tecnologici sempre connessi e a portata di mano, ha innescato un processo di trasformazione delle nostre vite e provocato una vera rivoluzione nella fruizione dell’informazione a cui l’editoria ha dovuto, suo malgrado, adattarsi.

L’utilizzo dei mass media soprattutto tra i giovani è calato in maniera drastica, portando a uno spostamento del reperimento di informazioni da TV e quotidiani a social media e testate online. Si è notato come Instagram, fra tutti, in questi ultimi anni abbia rivoluzionato il mondo delle notizie, rendendole sempre più brevi e accattivanti per suscitare l’interesse dell’utente.

Proprio per poter soddisfare questo bisogno di informazione, Webboh ha trovato l’opportunità perfetta per inserirsi a pieno titolo tra le testate più lette in Italia.  Nata come rivista online nel 2019, la testata è strutturata attorno al sito web, webboh.it e alla pagina Instagram, che attualmente conta 1,4 milioni di follower, dove le notizie si condividono in tempo reale.

Le notizie che si trovano su Webboh potrebbero prende vita dal gossip lanciato da qualche creator, o da un famoso TikToker o magari a qualcuno che fa live su Twitch.  Il progetto si autodefinisce bottom-up, quindi fortemente legato alle notizie e ai suggerimenti che i membri della community inviano nei Dm di Instagram; i collaboratori sono stati selezionati tra gli utenti più attivi che si sono contraddistinti nei Dm e che sono appassionati al mondo dei creator.

Webboh, il Cioé di nuova generazione

«L’abbiamo aperto perché ci siamo resi conto che nel mondo della comunicazione tradizionale c’era uno spazio lasciato vuoto» spiega Giulio Pasqui, che ha fondato Webboh nel 2019 insieme ai soci Ivan Buratti e Diego Odello. «Mi ricordo che cercavo informazioni su youtuber e vari personaggi che cominciavano a diventare molto rilevanti e a creare discussioni online, ma cercando su Google non trovavo risposte, e quindi abbiamo riempito quel vuoto».

Il team di Webboh, Inizialmente postava segnalazioni di nuove uscite, video o libri di creator, o informazioni biografiche su di loro. Poi un giorno ha pubblicato la notizia della rottura tra due famosi youtuber che da sola ha raggiunto un volume di traffico pari ad un intero semestre.  Da qui la scelta di puntare sul gossip.

Sulla piattaforma vengono pubblicati in genere tre post al giorno, mentre sul sito se ne contano circa una quindicina. La community è la più grande fonte di notizie di Webboh. I membri della community segnalano in Dm le novità. Tutti i messaggi inviati su Instagram sono letti, e se trovano un riscontro verificabile vengono trasformati in articoli; se invece non appaiono ancora tanto solidi, entrano a far parte della rubrica “segnalati da voi”, che include, tra l’altro, foto rubate di celebrità.

Il linguaggio adottato da Webboh merita una piccola parentesi. In primo luogo è accattivante, pieno di ripetizioni che caricano di aspettative. È semplice, assolutamente comprensibile per il suo pubblico di riferimento, e decisamente orientato a chiarire il contesto o la notizia all’utente. In secondo luogo, è inclusivo: vengono utilizzati schwa e asterischi e anche alcune emoticon.

Webboh gode di grande credibilità tra i giovani, e anche se a primo impatto può sembrare superficiale, tratta anche temi più impegnati: i talebani in Afghanistan, le novità sulla didattica a distanza, l’invasione russa dell’Ucraina.

«L’abbiamo sempre fatto perché ci veniva chiesto dagli utenti, (…) perché stava diventando un trend su TikTok, e quindi tanti ragazzi – vedendo questi video – non capivano cosa stesse succedendo. Molti ci scrivevano preoccupati dicendoci “Ti prego Webboh, puoi spiegarmi cosa succede? Non ci dormo la notte”. Sono giovanissimi: non guardano il TG, non leggono il Corriere. E specie con la questione Ucraina, vedevano magari questi video coi carri armati e le bombe e venivano a chiedere a noi cosa stesse succedendo. Alla fine, con il dovuto rispetto, abbiamo affrontato un argomento distante da noi rendendolo uno dei post più apprezzati».

L’intento è senz’altro nobile: chiarire contesti e scenari in modo semplice e comprensibile, partendo sempre dal punto di vista del pubblico.  Anche la grafica, con link in evidenza e testo sottolineato, aiuta l’utente a scorrere le notizie in modo rapido e a soffermarsi sui passaggi più interessanti. La presenza di video embedded, infine, offre la possibilità di approfondire le news con testimonianze e commenti esterni.

Articolo a cura di Gloria Zerilli

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