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Il potere della vulnerabilità. Sicurezza psicologica, cultura aziendale e brand reputation.

La vulnerabilità è la culla dell’innovazione, della creatività e del cambiamento” – Brenè Brown

In ogni ambiente lavorativo, la comunicazione assertiva e il lavoro in squadre collaborative e connesse sono elementi fondamentali per generare motivazione ed energia, aumentando contestualmente sia il fatturato che la brand reputation.

Sentirsi supportati e al sicuro psicologicamente può migliorare sensibilmente le prestazioni individuali e di gruppo in ogni ambito della vita. In particolare, se pensiamo al mondo del lavoro, l’importanza della sicurezza psicologica ha iniziato a diffondersi nelle aziende solo negli ultimi 5-8 anni e gioca, a oggi, un ruolo fondamentale in ogni settore.

Il progetto intrapreso da Google nel 2012, chiamato “Progetto Aristotele”, ha esaminato centinaia di studi accademici, analizzando più di 180 team interni, coinvolgendo più di 37.000 dipendenti in un periodo di due anni, con lo scopo di capire come mai alcuni gruppi di lavoro conseguono ottimi risultati mentre altri si arenano nella mediocrità.

I risultati di questo studio indicano che le squadre che lavorano bene insieme registrano performance migliori, indipendentemente da chi compone il team. “L’intelligenza globale del gruppo supera la somma delle intelligenze individuali, come infatti dimostrano alcune squadre composte da dipendenti mediocri che risultano essere, tuttavia, unite e propositive, efficaci e performanti” come sostiene Julia Rozovsky, ricercatrice ed esponente di spicco del progetto Aristotele.

Negli anni, psicologi del lavoro, sociologi, esperti di statistica e altri ricercatori hanno studiato e analizzato questo scenario rendendo possibile l’identificazione del filo conduttore esistente nel team ad alte prestazioni, ovvero la sicurezza psicologica, la capacità di parlare e partecipare in un gruppo senza paura delle conseguenze.

Il potere della vulnerabilità

La sicurezza psicologica è ormai intesa, in ambito scientifico, come componente essenziale per la fiducia, la comunicazione e la collaborazione, oltre che per l’innovazione, il processo decisionale e la risoluzione dei problemi. Nel lavoro di team, un fattore chiave è quindi il sentirsi liberi di esprimere le proprie idee, la propria creatività, senza avere paura di essere giudicati.

Questo è uno dei motivi per cui la sicurezza psicologica risulta essere importante per un’efficace cultura della sicurezza in generale e un fattore determinante per il mantenimento di un clima positivo e proattivo in azienda.

Imparare dagli errori diventa una responsabilità collettiva, che opera all’interno di un ambiente in cui denunciare lo sbaglio ti mette al sicuro, piuttosto che l’essere sminuito a causa dello stesso. Qui possiamo citare Brenè Brown nel suo “Dare to lead”, “la fiducia è fatta di strati di vulnerabilità accumulati nel tempo”.

Brené Brown, nota ricercatrice-narratrice americana, ha dedicato gli ultimi due decenni della propria carriera a studiare diversi aspetti della natura umana tra cui il coraggio, la vulnerabilità, la vergogna e l’empatia.

La connessione e la vulnerabilità sono fondamentali per arrivare ad avere dei risultati performanti e vincenti, sia nella vita personale che nel mondo del lavoro. Spesso le persone non riescono a venire a patti con la propria vulnerabilità, in quanto se ne vergognano, e questa vergogna si identifica con la paura di non essere all’altezza delle aspettative.

 Servant Leadership per leader coraggiosi

Nelle sue numerose ricerche, Brenè Brown ha analizzato anche il concetto di leadership aziendale, un tema molto “caldo”, dalle numerose e differenti sfaccettature.

Leadership” è una parola molto utilizzata ma difficile da definire e, ad oggi, assume una visione più di processo: “leadership è ciò che fai’. Il leader non ha il mero scopo di correggere dicendo cosa fare, ma deve far comprendere il ragionamento che porta a eludere comportamenti poco efficienti o migliorabili, mantenendo sempre una comunicazione aperta e sincera.

Questo processo di leadership punta a organizzare il gruppo dando voce e spazi ad ognuno, sfruttando i punti di forza del singolo e incentivando un clima di sicurezza psicologica. Il modello della servant leadership si basa sull’empatia, sull’integrazione delle informazioni, sulla collaborazione nello sviluppo delle idee e sulla velocizzazione del processo decisionale.

Come sostiene Brenè Brown: “Per essere dei leader oggi non ci si deve più basare su concetti come autorità, competizione e controllo. Le qualità richieste oggi sono altre, in primis il coraggio. Per essere dei leader coraggiosi è necessario lavorare sulla propria vulnerabilità, perché se non si riesce ad affrontare l’emotività che caratterizza ognuno di noi, sarà questa insieme alle nostre paure a guidare le nostre azioni, e non noi.”

​Sicurezza psicologica, cultura aziendale e brand reputation

La sicurezza psicologica è considerata l’elemento chiave che permette ai gruppi di lavoro di rendere al meglioIn un ambiente sicuro le persone assumono rischi e pensano creativamente, la comunicazione è aperta e sincera, e vengono così ridotte tensioni ed episodi di e crisi.

È sorprendente come l’importanza del fattore umano in azienda possa diventare un vero key driver, se inserito in un contesto basato su relazioni aperte e sincere. Sicuramente, un team di lavoro è performante se nell’organizzazione in cui opera c’è un buon livello di collaborazione, aspetto determinante per una cultura aziendale positiva. In particolare, nel settore della comunicazione, la collaborazione assume un ruolo fondamentale in quanto si basa principalmente su connessioni generative e fiducia reciproca tra le parti dell’ecosistema relazionale.

Infine, una buona cultura aziendale è una carta vincente per le organizzazioni anche sul piano della brand reputation. Creare e mantenere una buona reputazione aziendale non è solo strategico per acquisire vantaggio competitivo, ma anche per preservare il brand dall’impatto, a volte devastante, di una possibile crisi aziendale.

 

Articolo a cura di Giulia Tramer

 

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