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L’influenza dei brand: tra autenticità, reputazione e relazioni interne

Perché oggi l’influenza è il nuovo parametro della rilevanza

La strategia dei brand sta vivendo una trasformazione. L’influenza, un tempo considerata un sottoprodotto della visibilità, è ora diventata il parametro che ne definisce la rilevanza a lungo termine.

In un contesto in cui i consumatori chiedono autenticità e comportamenti coerenti, l’influenza si costruisce (e si perde) a partire da ciò che un brand è, non solo da ciò che comunica. L’influenza del marchio rispecchia il comportamento dell’intera organizzazione, dalle scelte strategiche dei vertici fino all’engagement dei dipendenti.

A dirlo sono i dati della recente ricerca globale condotta dal nostro network, il PRGN (Public Relations Global Network), in collaborazione con Researchscape: l’89% dei decision maker in comunicazione e marketing considera l’influenza “estremamente” o “molto importante”, ma quasi la metà ritiene che l’approccio adottato finora sia insufficiente.

Un segnale chiaro per le aziende: non basta raccontarsi bene, bisogna agire meglio.

Le 5 dimensioni dell’influenza efficace

I brand davvero influenti, come Apple, Nike o Patagonia, condividono caratteristiche precise. Secondo i leader intervistati, l’influenza si basa su:

  • Reputazione e fiducia (94%)
  • Rilevanza per il consumatore (87%)
  • Autenticità (84%)
  • Connessione emotiva (77%)

Questi elementi non si improvvisano. Vanno coltivati nel tempo, con coerenza e strategia. Per i professionisti delle PR, ciò significa lavorare a stretto contatto con tutte le funzioni aziendali per costruire una brand narrative che rifletta davvero i valori e la cultura dell’organizzazione.

Dipendenti come amplificatori (o detrattori) della brand influence

Una degli aspetti più sottovalutati, ma ormai imprescindibile, è il ruolo degli emplyee ambassador. I collaboratori sono la prima – e spesso la più credibile – voce del brand. Non quella scritta o “recitata” nei video aziendali, ma quella autentica e spontanea che emerge dai post su LinkedIn, dai feedback durante l’inserimento lavorativo e dalle conversazioni informali.

Quando i dipendenti sono allineati con lo scopo del brand e si sentono parte integrante del suo percorso, la loro influenza diventa un’estensione del marchio stesso. Quando non lo sono, il disallineamento è evidente.

La ricerca lo conferma: il 63% degli intervistati ritiene che la fiducia dei dipendenti sia essenziale per la credibilità del brand. È tempo di superare l’idea che l’engagement interno sia solo una questione HR: è, a tutti gli effetti, una leva strategica di branding.

Dall’aspirazione all’azione: serve un nuovo approccio PR

L’influenza non si ottiene con una singola campagna, ma si costruisce giorno dopo giorno con comportamenti concreti, valori vissuti e relazioni autentiche. Anche se richiede tempo, questo percorso offre basi molto più solide e durature. Nei momenti di crisi, i brand che hanno costruito nel tempo credibilità e coerenza si rivelano più resilienti: ottengono più facilmente il perdono in caso di errori e riescono a guidare con autorevolezza quando è il momento di assumere un ruolo di leadership.

Troppo spesso i brand danno priorità alle vendite a scapito della reputazione. Concentrandosi esclusivamente sulla conversione, rischiano di perdere l’opportunità più profonda di costruire un’influenza duratura, creare valore a lungo termine e sviluppare resilienza.

La ricerca indica che i leader stanno diventando sempre più consapevoli di questa dinamica, con l’equità del brand e la fedeltà dei clienti che emergono come parametri dell’influenza.

Per i brand meno affermati, la validazione esterna assume una grande importanza. Visibilità editoriale, thought leadership e partnership a valore potrebbero non generare clic immediati, ma contribuiscono a costruire fiducia e coerenza che si consolidano nel tempo. È significativo che lo studio abbia evidenziato come i media earned siano ancora considerati tra gli strumenti più efficaci per costruire influenza, soprattutto per quei brand privi di una reputazione consolidata.

Influenza e reputazione: un binomio indissolubile

L’influenza guida oggi le scelte di investimento e di crescita dei brand, ma molti team continuano a misurare il successo con strumenti ormai obsoleti. Clic e portata hanno il loro valore, ma non possono rivelare se le persone credono nel marchio, si fidano, o si identificano con esso.

Lo studio del PRGN evidenzia che, sebbene la fedeltà dei clienti e l’equità del brand stiano emergendo come parametri fondamentali dell’influenza (scelte rispettivamente dal 42% e dal 19% degli intervistati), molte organizzazioni continuano a concentrarsi su metriche legate alla performance. Questo disallineamento limita una comprensione più profonda e strategica dell’effettivo impatto del brand.

Dalla visibilità alla fiducia: il nuovo paradigma dell’influenza di marca

Investire nella costruzione dell’influenza è, oggi, investire nella resilienza. I brand con una solida reputazione e una forte connessione con il proprio pubblico sono più capaci di affrontare crisi, adattarsi ai cambiamenti e mantenere la leadership nel tempo.

Per le agenzie di PR e i responsabili della comunicazione, il futuro si gioca qui: trasformare la visibilità in autorevolezza, e l’awareness in influenza duratura.

 

Se vuoi riposizionare il tuo brand come punto di riferimento nel tuo settore, comincia da qui: racconta chi sei, mostra cosa fai, coinvolgi chi ti rappresenta ogni giorno. Perché l’influenza vera non si misura in like, ma in fiducia.

 

Articolo tratto da: What Drives Brand Influence? Key Findings from the PRGN Influence Insights Global Survey – Podcast by Bill Southard, Fondatore e CEO della Southard Communications e Natalie Ghidotti, titolare dell’agenzia Ghidotti.

Sound Public Relations, Southard Communications e Ghidotti fanno parte del network internazionale Public Relations Global Network (PRGN).

 

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